martedì 30 ottobre 2007

Ddl approvati dal Consiglio dei ministri in materia di sicurezza

Segnalo il link ansa dove si possono trovare informazioni sintetiche riguardanti le principali norme contenute nel pacchetto sicurezza approvato dal consiglio dei ministri:

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_69635926.html

Arte

Giunge notizia che un bizzarro artista costaricano, tale Guillermo Vargas detto "Habacuc" un mese or sono, abbia avuto la brillante idea di creare un'opera d'arte consistente nel lasciar morire di fame un povero cane randagio in un angolo di una sala della "Galeria Codice" di Managua (Nicaragua). Il povero cane è stato catturato da 5 ragazzi a cui poi il l'artista ha elargito una mancia.Una scritta "Sei quello che leggi" fatta con delle crocchette completava l'opera (le crocchette ovviamente erano artisticamente irraggiungibili dal cane, così come una ciotola di cibo).
Habacuc, l'artista, ha dichiarato:"la cosa importante per me è sottolineare l’ipocrisia della gente: un animale diventa elemento di attenzione quando viene posto in un luogo bianco dove la gente va per vedere dell’arte e non quando muoiono per strada per fame e sete. La stessa cosa che accadde a Natividad Canda, dove la gente fu insensibile con lui sin quando i cani non lo sbranarono".
Nativiad Canda era un giovane di 25 anni, morto sbranato da 2 rottweiler.
Nessuno tra i responsabili della galleria, nè tra gli ammiratori dell'arte di Vargas, l'artista, ha osato fare qualcosa in concreto(solo qualcuno si è arrabbiato) per fermare l'agonia del randagio che come ricorda Vargas, l'artista, "tanto sarebbe morto di fame". Quindi meglio farlo morire di fame.
Il Madc (Museo de arte y diseno contemporaneo) conferma la sua stima per Habacuc e si limita a dire che: "Un’opera anche se discussa e discutibile, deve servire di spunto per opinioni diverse, e sia pure contrarie, però non deve mai dare spunto a censura."
Assassini, stupratori, rapinatori, guerrafondai, fate pure ciò che volete, ma fatelo nel nome dell'arte! Non sarete condannati, ma servirete di spunto per opinioni diverse, sia pure contrarie.

lunedì 29 ottobre 2007

Televisione e politica

Per quanto riguarda il sistema radiotelevisivo italiano tre sono le questioni di principale urgenza: 1) la Rai lottizzata dai partiti; 2) il duopolio Rai-Mediaset sulla tv analogica o generalista; 3) la doppia veste di politico e titolare di concessioni pubbliche dell'on.Berlusconi. Il primo punto si può esplicare in modo chiaro comparando la Rai ad una torta. Ciascun partito si prende la sua fetta in proporzione ai seggi ottenuti in parlamento. Quindi è evidente il controllo da parte della politica della televisione pubblica con relative conseguenze a danno di un'informazione corretta, diritto fondamentale per il cittadino e per la difesa della democrazia e la garanzia della libertà dello stato. Già K.Popper aveva avvertito poco prima di passare a miglior vita, l'enorme potere costituito dalla televisione e dai media e perciò insieme la sua enorme pericolosità se non adeguatamente controllata: il filosofo parlava di una patente per fare tv. E in tema di democrazia sosteneva che questa si identificasse con la possibilità da parte dei governati di controllare i governanti. Ora io aggiungerei: la televisione dovrebbe essere uno strumento di controllo dell'operato di chi ci governa e non un mezzo al servizio dei governanti, grazie al quale piuttosto sono loro ad esercitare un controllo, una notevole influenza nei nostri confronti. Per fare una citazione un po' popolare: la situazione italiana è da Grande Fratello orwelliano. Per giunta ne va ovviamente di mezzo anche la qualità del prodotto offerto dai canali televisivi. E i giornalisti con la G maiuscola capaci o volenterosi o coraggiosi di interrogare veramente il potere, di fare inchieste, di fornirci fatti e interpretazioni di fatti sono tenuti a debita distanza dal potere n°1. Perché in fondo ormai chi governa non è più il capo di turno a Palazzo Chigi, ma chi ha il maggiore dominio e successo televisivo. La televisione comanda. Per questi motivi il problema pluralismo, il problema informazione è così importante e ci tocca tutti: addetti al settore e non. Giornalisti e cittadini. Perché i primi devono avere il diritto di poterci informare senza pressioni dall'alto, con senso di responsabilità, con professionalità e rispettando i termini della deontologia del loro settore; i secondi il diritto di poter accedere a diverse voci su stessi argomenti, ad informazioni corrette (intendo per informazioni corrette descrizione di fatti e interpretazioni di questi fatti, che è il lavoro del giornalista. Oggi invece molti giornalisti si limitano a far passare il microfono da un politico ad un altro, con programmi che finiscono per essere spettacolari, dove vedi fior fior di deputati, senatori, ministri urlarsi contro l'un l'altro o ancora meglio uno sopra l'altro, con il risultato che noi spettatori non ci capiamo un fico secco ma tanto fa audience e finché fa audience va bene). La dirigenza Rai in primis andrebbe riformata e sarebbe importante stabilire condizioni meritocratiche per la nomina dei suoi amministratori e non solo politiche. Meglio ancora sarebbe eliminare del tutto la politica dai criteri di selezione della dirigenza: fuori i politici dalla Rai. In questo modo si avrebbe di conseguenza maggiore garanzia di scelta in base ai meriti e alla professionalità anche della classe giornalistica stessa, e maggiore qualità dell'informazione. Che poi i contenuti della televisione hanno valenza pure pedagogica perciò richiedono e mi ripeto ulteriormente enorme responsabilità.
Il punto numero due riguarda il duopolio Rai-Mediaset. Anche qui la questione è semplice. Una sentenza della Corte Costituzionale sostiene che un privato può avere al massimo due televisioni (che è già tantissimo. Negli altri paesi europei il numero massimo di televisioni che può avere un privato è uno, in Spagna addirittura la metà di uno). Mediaset come è noto ne ha tre. Inoltre le concessioni delle frequenze dove ora trasmette Rete 4 sarebbero state vinte da Europa 7 nel 1999. Tuttavia ancora la tv di De Stefano sta aspettando di poterle effettivamente avere ed utilizzare. Si continua ad ignorare la sentenza della Corte Costituzionale.
Infine punto terzo: l'ineleggibilità dell'on.Silvio Berlusconi ad ogni carica istituzionale pubblica finché avrà le reti Mediaset. Deve scegliere: o si tiene le sue televisioni - perché sono Sue e non di Confalonieri come furbescamente afferma la legge Frattini - o fa politica. "Aut aut" per fare un omaggio a Kierkegaard.