La crescita dell'economia italiana sara "quasi piatta" nei primi tre mesi del 2008 (+0,1%) per poi riprendersi in maniera "graduale ma modesta" nei trimestri successivi (+0,2%, +0,3%, +0,3%), chiudendo l'anno con un +0,7%. E' quanto afferma la Commissione Ue nel rapporto in cui sono contenute le nuove stime sull'andamento del Pil dei principali Paesi dell'Ue."L'attività economica in Italia - spiegano i servizi del commissario agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia - ha rallentato più che nel resto della zona euro nell'ultima parte del 2007, chiudendo l'anno all'1,8%, uno 0,1% in meno del previsto". Questo - si spiega - è dovuto anche a "fattori eccezionali, come gli scioperi di dicembre nel settore dei trasporti". Ma il dato 2007 avrà inevitabilmente ripercussioni sul 2008, "con le indicazioni disponibili per la prima parte dell'anno abbastanza negative". Anche l'inflazione resterà intorno al 3% nei primi mesi dell'anno, per poi attestarsi al 2,7% a fine 2008. Nel mirino di Bruxelles non solo il caro-benzina e gli elevati prezzi dei generi alimentari, ma anche "gli aumenti delle tariffe".
RIVISTA A RIBASSO CRESCITA ITALIA, +0,7% IN 2008
La Commissione Ue ha rivisto al ribasso la crescita dell'economia italiana nel 2008, portandola allo 0,7% dall'1,4% stimato nel novembre scorso. L'ultima previsione del governo, contenuta nel programma di stabilità, indica un +1,5%.
TAGLIATA STIMA PIL EUROLANDIA, +1,8% IN 2008
La Commissione Ue ha tagliato la stima di crescita di Eurolandia per il 2008, portandola dal precedente 2,2% all'1,8%. Rivista al ribasso anche la crescita del'Ue-27, che quest'anno sarà del 2% contro il 2,4% stimato lo scorso mese di novembre.Secondo la Commissione Ue si sono dunque concretizzati i rischi già indicati nelle precedenti previsioni di novembre, legati alle turbolenze che ancora agitano i mercati finanziari, al timore di una recessione dell'economia statunitense e agli elevati prezzi dei beni. "L'Europa - spiega il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia - comincia chiaramente ad accusare l'impatto della crisi globale in termini di bassa crescita e di alta inflazione. Le capacità di resistenza sono per fortuna aumentate grazie alle riforme strutturali realizzate in questi anni e ai fondamentali solidi dell'economia europea. Ma nonostante ciò il modo migliore per fronteggiare le conseguenze della crisi è proseguire con le riforme e realizzare la mappa tracciata nell'Ecofin di ottobre", soprattutto sul fronte del rafforzamento delle finanze pubbliche.
INFLAZIONE ZONA EURO AL 2,6% IN 2008, ITALIA 2,7
L'inflazione di Eurolandia alla fine del 2008 si attesterà sul 2,6%. Lo prevede la Commissione Ue che ha cos' rivisto al rialzo la precedente stima del 2,1%. In Italia l'indice dei prezzi al consumo alla fine dell'anno sarà del 2,7%, contro il 2% stimato da Bruxelles nello scorso novembre e dal governo nel programma di stabilità. Nell'Ue-27 l'inflazione si attesterà al 2,9%, contro la precedente stima del 2,4%.
ALMUNIA A ITALIA, PER CRESCERE NON SOLO CONTROLLO DEFICIT
Il rallentamento dell'economia dei principali Paesi europei "é particolarmente pronunciato in Italia, dove la crescita del Pil nel 2008 resterà la più bassa". Lo ha detto il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, che invita il nostro Paese a non guardare solo alla messa in ordine del deficit, ma anche all'abbattimento del debito e della spesa pubblica e all'incremento della produttività. "Nell'ultimo trimestre del 2007 - ha spiegato in conferenza stampa Almunia commentando le ultime stime della Commissione Ue - in Italia c'é stato un fortissimo calo della produzione industriale, con l'attività economica che è stata colpita profondamente da uno sciopero nel settore dei trasporti a dicembre. C'é poi la scarsa fiducia dei consumatori e degli imprenditori. La situazione - ha aggiunto - continuerà ad avere un impatto negativo nel primo trimestre. Poi ci sarà un recupero graduale, ma davvero minimo, nei trimestri successivi, a meno che l'ambiente economico-finanziaro internazionale non torni ad essere migliore". Per il commissario Ue, dunque, la strada che l'Italia deve continuare a seguire "non è solo quella di mettere sotto controllo il deficit, ma anche quella di migliorare la qualità delle finanze pubbliche, abbattendo l'elevatissimo debito, e la qualità della spesa pubblica, oltre che incrementare la produttività che è fondamentale per crescere".
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