domenica 25 novembre 2007

Decimo vertice sulla legalità a Villa Montalvo organizzato dalla Fondazione Caponnetto. "In movimento verso la democrazia uniti contro le mafie"

Nella foto Antonino Caponnetto.

In 500 a Villa Montalvo per assistere al decimo vertice contro le mafie organizzato dalla Fondazione Antonino Caponnetto (http://www.antoninocaponnetto.it/). Moltissimi i giovani che affollano la sala. Che mostrano la loro speranza nella possibilità di un futuro diverso. Partecipano con calore e attenzione agli interventi delle varie autorità presenti: politici, magistrati, il procuratore nazionale antimafia. C'è il sindaco di Roma e segretario del Pd Walter Veltroni, c'è De Magistris, ci sono Piero Grasso, Saro Crocetta, Giancarlo Caselli, Pier Luigi Vigna e tanti altri. Voci che all'unisono testimoniano il bisogno nel nostro paese di lottare per la legalità, per la giustizia. Il clima che si respira è stupendo. Villa Montalvo si fa per un giorno piazza di democrazia, spazio aperto ad ospitare chi crede ed è vicino alle persone che nel nostro paese fanno la resistenza tutti i giorni contro la criminalità per amore dell'Italia e dei suoi cittadini. Diceva Borsellino nel momento del maxi processo: "Sentiamo che fanno il tifo per noi". Ebbene la gente presente a Villa Montalvo non è da meno: fa sentire forte la sua voce, il suo tifo. Durante il suo intervento l'attuale procuratore nazionale antimafia Grasso dice: "Devo ringraziare soprattutto i giovani proprio quei giovani che a mio avviso sono coloro che hanno smosso le acque che hanno intorpidito questa palude ma per far sorgere delle nuove iniziative importantissime per quello che è il coinvolgimento della società civile".

Anche noi di Demosagorà eravamo presenti ieri al Vertice a Campi Bisenzio, e vogliamo manifestare la nostra vicinanza alla Fondazione Antonino Caponnetto. La mafia è un grande problema del nostro paese, ma non dobbiamo rassegnarci. Non deve essere isolato chi lotta contro la mafia, chi resiste e spende la sua vita per la giustizia e per la sicurezza del nostro paese. Devono sentirsi ed essere isolati i poteri criminali. E questo è possibile se c'è unità, coesione, partecipazione da parte di noi tutti. Siamo tutti chiamati in causa, perché la mafia è un problema nazionale. Non è un problema solo del Sud, non è un problema solo di quelle famiglie che magari hanno perso un figlio ucciso dalla mafia. E' un problema che ci riguarda tutti e che ci costringe a prendere una posizione. Anche il silenzio in questo caso diventa una posizione. Dobbiamo avere coraggio. Parlare di mafia ed essere vicini a chi la mafia la combatte, a chi della mafia è vittima e ha subito per causa sua (leggi, per causa della mafia) lutti, disgrazie, dolori. Un futuro migliore è possibile e la battaglia contro la mafia può essere vinta attraverso il coinvolgimento della socità civile, recuperando senso civico, sensibilità ad un grande male che affligge il nostro paese
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