sabato 15 dicembre 2007

Dal prologo alla prima edizione del libro "Cose di Cosa Nostra" di Giovanni Falcone

Nella foto Giovanni Falcone.


Pubblichiamo una parte del prologo alla prima edizione del libro "Cose di Cosa Nostra" scritto da Giovanni Falcone in collaborazione con Marcelle Padovani.
A scrivere il Prologo è Marcelle Padovani.

"Nemico numero 1 della mafia": l'etichetta gli resterà attaccata per sempre. Circondato da un alone leggendario di combattente senza macchia e senza paura, il giudice Giovanni Falcone, cinquantadue anni, ne ha trascorsi undici nell'ufficio bunker del Palazzo di Giustizia di Palermo a far la guerra a Cosa Nostra. Queste pagine ne costituiscono la testimonianza. Non si tratta né di un testamento né di un tentativo di tenere la lezione e ancor meno di atteggiarsi a eroe. "Non sono Robin Hood," commenta in tono scherzoso "né un kamikaze e tantomeno un trappista. Sono semplicemente un servitore dello Stato in terra infidelium." Si tratta dunque piuttosto di un momento di riflessione, del tentativo di fare un bilancio nell'intervallo tra vecchi e nuovi incarichi: il 13 marzo 1991 il giudice Giovanni Falcone è stato nominato direttore degli Affari penali del ministero di Grazia e Giustizia a Roma. Lontano da Palermo.
La partenza dal capoluogo siciliano, il distacco da una vita che si alternava tra auto blindate, dall'atmosfera soffocante del Palazzo di Giustizia, dalle lunghe notti a leggere e rileggere le deposizioni dei pentiti dietro le pesanti tende di una stanza superprotetta, dai tragitti tortuosi con la scorta delle auto della polizia a sirene spiegate sono forse stati una specie di sollievo. Ma Falcone non si fa illusioni, non dimentica il mancato attentato del 21 giugno 1989 - cinquanta candellotti di tritolo nascosti tra gli scogli a venti metri dalla casa dove trascorre le vacanze: "E' vero, non mi hanno ancora fatto fuori... Ma il mio conto con Cosa Nostra resta aperto. Lo salderò solo con la mia morte, naturale o meno". Tommaso Buscetta, il superpentito della mafia, lo aveva messo in gurdia fin dall'inizio delle sue confessioni: "Prima cercheranno di uccidere me, ma poi verrà il suo turno. Fino a quando ci riusciranno!".

continua...

da:
GIOVANNI FALCONE, Cose di Cosa Nostra, Marcelle Padovani (in collaborazione con), Milano, Bur, 2007, [1993].

Giovanni Falcone, nato a Palermo nel 1939, entrò in magistratura nel 1964. Dopo essere stato pretore a Lentini e pubblico ministero e giudice a Trapani, fu dal 1978 al marzo 1991 a Palermo, come giudice istruttore e procuratore della Repubblica aggiunto. Nel marzo 1991 fu nominato direttore generale degli Affari penali del Ministero di Grazia e Giustizia. E' stato assassinato il 23 maggio 1992.

Marcelle Padovani è corrispondente da Roma per "Le Nouvel Observateur". Ha scritto: La longue marche: le Parti communiste italien; La Sicilia come metafora, intervista a Leonardo Sciascia; Vivre avec le terrorisme; Les dernières années de la mafia; Sicile; L'Italie des Italiens.

1 commento:

Pasquale Orlando ha detto...

bella iniziativa da un ottimo blog.
ciao
pasquale orlando