mercoledì 9 aprile 2008

Un notturno viaggio in India

Notturno Indiano di Antonio Tabucchi: questo libello mi è passato fra le mani per un fortuito caso dato dal lavoro.
A prima vista è un libro agile, snello(sono solo 103 pagine, nemmeno), elegante nella sua edizione Sellerio, ma questo è solo apparenza.
Antonio Tabucchi, classe 1943, intesse con la sua penna un mondo notturno, un viaggio che si compie dopo il tramonto.
Un ignoto narratore, che non ci dice mai il nome, ma solo il soprannome,Rouxinol(usignolo in portoghese), è in India alla ricerca di un vecchio amico:Xavier.
Il libro è diviso in tre parti che corrispondono a le tre città dove si reca il protagonista spinto dalla sua ricerca: Bombay, Madras, Goa.
Questa è la India dei grandi alberghi, dei posti squallidi crocevia di prostitute, di saggi e colti uomini di scienza, ma anche di deformi esseri che sanno Vedere.
Nulla è come sembra e nel finale l'unica cosa che ci resta è una domanda e forse la verità del libro non può essere svelata.
Nell'agilità della sua scrittura Tabucchi ci immette in un perverso meccanismo di "Voglio finire il libro", ci sono salti temporali, non ci sono date tante spiegazioni, quello che è fuori dal libro, la sua cornice esterna, quello che forse era e non è, non ci dato saperlo.
Sempre presente, forse qui più che mai, il " Gioco del Rovescio", per citare l'autore stesso, tipico della sua scrittura: "Chi cerca sarà il cercato" in uno splendido gioco metaletteraio dove il libro entra nel nel libro stesso.

Il mio Consiglio: Da Comprare e divorare.
Buona Lettura.

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