Uguaglianza e Diversità sono due termini a cui si assegna un significato opposto: il primo termine sta a significare secondo quanto riportato sul dizionario Gabrielli "carattere e condizione di chi o di ciò che è uguale" mentre con il secondo si intende, sempre stando a quanto riportato nel Gabrielli, " carattere, condizione di chi, di ciò che è diverso". Fin qui si incontrano nella definizione dei due termini solo tautologie. Cercando di andare più a fondo si scopre che il significato di "uguale" è "che non è differente da altro o altri", così come quello di diverso è "di natura, qualità, aspetto condizione ecc. non uguale nè simile". Si nota quindi come questi due opposti siano meglio definibili come due parti che insieme formano un intero. Quando si utilizzano i due concetti nel campo dei Diritti, qualsiasi essi siano, il rapporto tra essi è di fondamentale importanza. Qual è il modo migliore per garantire l'Uguaglianza nei Diritti? Un'affermazione possibile è "trattare tutti nello stesso modo". Questo principio si basa sull'Uguaglianza come punto di partenza, ossia si danno a tutti gli stessi mezzi, indipendentemente dalle possibilità di utilizzarli. Questo modo apparentemente corretto di formulare la questione, in realtà comporta solo il perpetuarsi dell'iniziale ineguaglianza. Più corretto appare invece partire dalla Diversità di partenza e dare più risorse a chi ne ha di meno e meno a chi ne ha di più. Già Aristotele suggeriva di trattare i casi uguali come uguali e i casi diversi come diversi. L'Uguaglianza dev'essere quindi il punto di arrivo, non quello di partenza. Per ottenere questo si deve radicare l'Uguaglianza nella Diversità e ottenere quindi un'Uguaglianza effettiva nei Diritti.
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1 commento:
Giustissima riflessione.
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