COMMENTO SULL' IVA DELL'ISTITUTO PER LO SVILUPPO PROFESSIONALE
Da tenere presente che l'IVA incidendo sul consumatore finale, incide pesantemente su chi consuma tutto il suo reddito, come tutti i lavoratori a reddito medio/basso: risulta pertanto che costoro, oltre alla normale imposta sul reddito (IRPEF) scontano sul loro reddito anche una tassazione IVA sui consumi nella media del 15%. Chi invece, avendo un reddito medio/alto si costituisce una certa quota di risparmio, su questa quota, per altro fruttifera, non pagherà l'IVA o solo in parte. Infatti la quota di risparmio quando poi viene spesa, andrà magari in ulteriori investimenti finanziari speculativi oppure immobiliari esenti da IVA.
Esempio:
Sulla spesa annua di euro 10.000 di una famiglia l'IVA media del 15% è di euro 1.500 che su un reddito di 12.000 euro rappresenta il 12,5%.
Sulla stessa spesa annua di euro 10.000 di un'altra famiglia, l'IVA media del 15% è sempre di euro 1.500, però su un reddito di euro 24.000 rappresenta il 6.25%.
Anche questo esempio dimostra come l'attuale normativa non considerando deducibili gli oneri e le spese nell'effettiva misura (legge delega 825 art.2 comm.2/6/9/10/13) faccia gravare pesantemenrte sulle fasce più deboli l'imposta (IVA) e lascia disattesi i principi ed i valori dei nostri Costituenti che volevano la progressività del sistema tributario nel suo complesso.
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