Quando Giuliano Ferrara ha in mente di fare qualcosa, non si può certo dire che passi inosservato. In particolar modo, ha suscitato numerosi consensi e dissensi la moratoria contro l’aborto, culmine di un percorso intrapreso ormai da anni e portato avanti regolarmente sul Foglio e sul programma televisivo Otto e mezzo. La questione sollevata è estremamente delicata: il feto ha o non ha diritto alla vita? Una delle sue proposte, come ha dichiarato giorni fa a Milano, è quella di “inserire nell’articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo un inciso in cui viene specificato che ogni individuo ha diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale”. Questo renderebbe l’aborto un omicidio.
Personalmente sono contrario all’aborto e proprio per questo credo che la soluzione proposta dalla moratoria, non sia la migliore (tanti bei discorsi ma un po’ distanti dalla realtà dei fatti). Da quando la legge 194 è stata approvata il numero aborti praticati è notevolmente sceso e soprattutto è stata debellata la rovinosa piaga dell’aborto clandestino che oltre ad uccidere il feto, uccideva spesso anche la madre.
Per ridurre concretamente l’aborto è fondamentale innanzitutto eliminare quelle circostanze che sono alla base della decisione di abortire. E’ necessario inoltre superare la visione che vede l’aborto come un problema solo della donna. Il problema riguarda anche il feto (futuro figlio), il padre del feto e la società stessa la quale deve garantire una politica di prevenzione e di garanzia.
Per quanto riguarda la nostra legge 194, lo stesso Ferrara ammette che è un compromesso da attuare in pieno, ossia, il problema non è tanto la legge in sé, ma il fatto che non si applica in tutte le sue parti. Mantenere una legge per regolamentare l’aborto (da discutere e rivedere) è una necessità reale per quanto poco piacevole, ma contemporaneamente è obbligo di ogni paese civile portare avanti una politica concretamente anti-abortista che favorisca l’instaurarsi di quelle condizioni e di quella consapevolezza necessarie a qualsiasi donna prima, durante e dopo la gravidanza.
Personalmente sono contrario all’aborto e proprio per questo credo che la soluzione proposta dalla moratoria, non sia la migliore (tanti bei discorsi ma un po’ distanti dalla realtà dei fatti). Da quando la legge 194 è stata approvata il numero aborti praticati è notevolmente sceso e soprattutto è stata debellata la rovinosa piaga dell’aborto clandestino che oltre ad uccidere il feto, uccideva spesso anche la madre.
Per ridurre concretamente l’aborto è fondamentale innanzitutto eliminare quelle circostanze che sono alla base della decisione di abortire. E’ necessario inoltre superare la visione che vede l’aborto come un problema solo della donna. Il problema riguarda anche il feto (futuro figlio), il padre del feto e la società stessa la quale deve garantire una politica di prevenzione e di garanzia.
Per quanto riguarda la nostra legge 194, lo stesso Ferrara ammette che è un compromesso da attuare in pieno, ossia, il problema non è tanto la legge in sé, ma il fatto che non si applica in tutte le sue parti. Mantenere una legge per regolamentare l’aborto (da discutere e rivedere) è una necessità reale per quanto poco piacevole, ma contemporaneamente è obbligo di ogni paese civile portare avanti una politica concretamente anti-abortista che favorisca l’instaurarsi di quelle condizioni e di quella consapevolezza necessarie a qualsiasi donna prima, durante e dopo la gravidanza.
1 commento:
Lunedì 4 Febbraio ferrara parlerà della moratoria ad Arezzo, al giotto... ore 17!!
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