giovedì 13 marzo 2008

BERTINOTTI: RAI FACCIA INFORMAZIONE CORRETTA

da ansa.it

ROMA - "Siamo qui per chiedere al servizio pubblico in particolare di svolgere un'informazione corretta: c'é un elemento politico di distorsione della campagna elettorale, ma non c'é nessun bisogno per assecondarlo. Pd e Pdl concorrono nel cercare di far credere che la partita sia a due, ma così la partita diventa truccata". E' la denuncia di Fausto Bertinotti, candidato premier della Sinistra Arcobaleno, che ha partecipato al presidio davanti alla sede Rai di Viale Mazzini. Pur ringraziando il presidente della Rai, Claudio Petruccioli, il consigliere Sandro Curzi e il direttore del Tg1 Gianni Riotta, scesi in strada a salutarlo, Bertinotti ha insistito sulla necessità di "correggere l'effetto distorsivo, che viene moltiplicato dai media, per restituire al Paese un'immagine corrispondente al suo pluralismo politico. I dati dei Tg sono indicativi, non solo sul piano quantitativo - ha detto ancora Bertinotti - ma anche su quello qualitativo: due sembrano i candidati premier, mentre gli altri vengono trattati come qualsiasi altro leader politico. In questa fase finale della campagna elettorale l'Italia ha diritto a un'informazione corretta che rappresenti le reali forze in campo: poi toccherà agli elettori fare la propria scelta".
Bertinotti ha sottolineato che la Sinistra Arcobaleno non vuole elemosinare qualche minuto in più nella programmazione: "Ce ne vergogneremmo - ha detto - perché continuiamo a pensare che la partita decisiva si giochi sul territorio, nei quartieri, nelle scuole, nei bar e nei caffé e nulla può sostituire il porta a porta, il rapporto diretto tra militanti e popolo". Tuttavia, ha detto ancora, "nessuno può dire che l'Italia sia riducibile a due forze: l'Italia non sono gli Stati Uniti, il nostro Paese ha un'altra civiltà politica. E le famiglie politiche che guardano al futuro del Paese sono almeno quattro o cinque, con tutto il rispetto per le forze minori". Il candidato premier della Sinistra Arcobaleno ha anche insistito sulla necessità che il servizio pubblico recuperi qualità e interrompa il processo di omologazione con la tv commerciale: "In questi anni si è affermata un'idea della vita secondo la quale non c'é niente da fare per modificare la propria esistenza quotidiana: per sfangarla, bisogna affidarsi alla lotteria, fare la valletta o avere successo. E' la cultura della tv commerciale diventata egemone nel nostro Paese. Penso invece che ci sia bisogno di ricostruire una filosofia del servizio pubblico come grande agenzia di comunicazione e di educazione".

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