martedì 1 gennaio 2008

Il 2008? Facciamo sì che sia l'anno dei giovani. Auguri di buon anno da DemosAgorà!

“Il 2008 può essere l'anno di svolta per i giovani”. Lo dice il professore dell'Università Bocconi Tito Boeri in un articolo pubblicato su “L'Espresso”, di cui potete leggere alcune parti nel post pubblicato immediatamente prima di questo. Possiamo, anzi dobbiamo impegnarci insieme per fare sì che lo sia veramente. Io ho una grande fiducia e credo che nonostante il progetto possa sembrare e forse essere difficile da realizzare, in realtà la sua riuscita dipende semplicemente dalla nostra volontà. Dipende da quanto vogliamo noi in prima persona essere protagonisti del nostro futuro, o lasciare che siano altri a decidere per noi. Ma chi possono essere questi altri in grado di garantirci un futuro migliore? I politici forse? O magari i sindacati? Un bel libro pubblicato da due giornalisti del “Corriere della Sera”, Rizzo e Stella, sintetizza il problema in una parola: casta. Noi giovani non possiamo che costruirci da soli il nostro futuro. E' difficile pensare che classi dirigenti vecchie e chiuse appunto in sistemi di casta possano rappresentare una soluzione. Noi di DemosAgorà siamo un gruppo di giovani. Come trovate scritto nella sezione “Chi siamo” posta sulla sinistra del nostro blog, siamo un gruppo di studenti dell'Università di Firenze. Non abbiamo la pretesa di isolarci con superbia né tanto meno di proporci come l'unica o la migliore delle soluzioni possibili. Ci siamo costituiti per manifestare i nostri pensieri e quello che vorremmo fare. Allora se ci sono dei giovani che hanno voglia di far sentire la loro voce e di iniziare fin da ora a preoccuparsi per il proprio futuro, a spendere parte del proprio tempo in vista di quello che saremo o potremo essere, la nostra è un'associazione che può rispondere a questa volontà. Ma non ci siamo sicuramente solo noi a pensarla a questo modo. Tante altre associazioni, pure formate da giovani, la pensano così e lavorano per un futuro migliore. Pensiamo ai giovani di Locri. Il discorso che faccio è ancora certamente vago, ma non può che essere tale in quanto ci troviamo di fronte ad un punto di partenza. Possiamo dire: “Lavori in corso”. Stiamo costruendo le fondamenta. Il 2008 può essere, se lo vogliamo, il nostro anno, l'anno della nostra svolta, l'anno del risveglio dei giovani. Vogliamo un cambio generazionale della nostra classe dirigente? Se sì, sta a noi impegnarci perché questo avvenga. Spesso ci lamentiamo della nostra situazione, dell'incertezza che in questo momento caratterizza il nostro futuro. Noi non conosciamo quale sarà il nostro domani. Se lo vogliamo conoscere noi in primis dobbiamo con coraggio dedicarci ai nostri interessi di cittadini. Chi altro può farlo?

Ora come abbiamo annunciato in un altro post in precedenza ci stiamo occupando insieme al Circolo R.Andreoni e al prezioso aiuto di Roberto Innocenti Torelli del tema Costituzione e tasse, e quindi in particolare dell'articolo 53 della Costituzione italiana.
La Costituzione compie quest'anno sessanta anni. Non vogliamo - come dice nei documenti che ha prodotto sull'argomento il circolo R.Andreoni – semplicemente celebrare l'avvenimento, ma lavorare perché la Costituzione venga attuata. Molte leggi fatte dallo Stato hanno disatteso e continuano tutt'oggi a disattendere i principi che avevano indicato i nostri Padri Costituenti. Basta andare sul sito della Corte Costituzionale e dare una letta alle sentenze da essa pronunciate per farsi un'idea di quante volte sia dovuta intervenire per dichiarare incostituzionali delle leggi realizzate dal governo. Basti pensare alle diverse leggi realizzate per regolare il sistema televisivo italiano. Su tutte quelle realizzate la Corte Costituzionale ha sempre espresso pareri negativi. La Corte riscontrava e riscontra in queste leggi disattese per gli articoli 3 ma in particolare per l'articolo 21 della nostra Costituzione.

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