mercoledì 16 gennaio 2008

Per un fisco costituzionale

Quarto appuntamento della rubrica "Per un fisco costituzionale".

ESEMPIO DI COME E’ ORGANIZZATA L’EVASIONE FISCALE ( IVA + IRPEF )
TACITAMENTE CONSENTITA DALL’ATTUALE SISTEMA TRIBUTARIO
L’esempio ha come soggetto il titolare di un Bar sottoposto a “studio di settore”.
Il sistema tributario concorda ed assegna, con la sua associazione di categoria, un reddito forfetario determinato dagli “studi di settore”al suo Bar, dal quale deriva il suo reddito personale soggetto ad IRPEF.
Il titolare del Bar programma, periodicamente, il reddito annuale da fatturare assegnato dal Ministero dell’economia concordato, come detto, con la sua associazione di categoria.
La fatturazione periodica si ferma appena raggiunta quella programmata e da qui inizia il “lavoro sommerso”.
Premesso che nel prezzo di rivendita sono sommati tutti i costi della ditta comprensivi di oneri fiscali e contributivi, ferie, malattie e di una percentuale di spese impreviste;

FACCIAMO QUESTO ESEMPIO SUL CAFFE’
Il titolare del Bar si approvvigiona di due pacchi di caffè da 3 KG. cadauno; il primo regolarmente fatturato il secondo è acquistato al nero.
Considerando che ogni pacco costa 100,00 euro + il 20% di IVA si verifica che l’erario non incassa il 20% del secondo pacco ( 20 euro ).
Facciamo qualche calcolo al minuto;
Per una buona degustazione occorrono 6 gr. di miscela, che il nostro barista venderà a 1 euro, composto così: 0,8 euro di miscela ed altri costi + 0,2 euro di IVA.
Se dividiamo il contenuto di un pacco di caffè, che ricordiamo essere 3.000 gr., per 6 gr. otteniamo 500 tazzine di caffè.
Ricordando che sono vendute a 1 euro ognuna saranno incassati 500,00 euro così ripartiti:
400,00 euro al barista e 100,00 euro (IVA), compresa nel prezzo, all’erario.
Dei 100,00 euro all’erario in effetti il nostro barista ne versa soltanto 80,00 in quanto gli altri 20,00 li ha versati al suo fornitore al momento dell’acquisto.
Con questa operazione il nostro imprenditore barista in effetti pagherà tasse su 300,00 euro ovvero:
400,00 euro di incasso reale meno 100,00 euro pagati al suo fornitore per il pacco di caffè.
Questo il calcolo del pacco con fattura; e quello senza fattura?
Analizziamo:
il nostro barista incasserà comunque 500,00 euro, pagherà 100,00 euro al fornitore del caffè e rimarrà con 400,00 euro netti in quanto non pagherà all’erario gli 80 euro di IVA comprese nella somma derivata dalla vendita delle 500 tazzine di caffè vendute al prezzo di 1 euro cadauna e pagata dai clienti.
Sui 400,00 euro non pagherà tasse (IRPEF).

4 commenti:

Sybille Vane ha detto...

Socrate come al solito ti faccio i miei complimenti...sei riuscito a fare capire anche a me il problema..wow!!!!! e ti giuro che ce ne vuole....ancora complimenti veramente per il blog,e se è vero come dicono che la gioventù ha il mondo in mano voi farete grandi cose....( come discorso non torna tanto ma devi capire anche i miei problemi di comprensione..lol.)...grandiiiiiiiiiiiiii

socrate ha detto...

dobbiamo ringarziare Roberto Torelli se questa rubrica ti piace e il lavoro del Circolo Andreoni.

Anonimo ha detto...

Sai come vengono investite le tasse evase? Tutte le tasse che dovevano entrare nelle casse dell'erario vengono prestate (CCT e BOt)allo Stato e le restituisce con gli interessi!!! L'attuale sistema tributario legalizza l'illegalità!!!

Anonimo ha detto...

Sai come vengono investite le tasse evase? Tutte le tasse che dovevano entrare nelle casse dell'erario vengono prestate (CCT e BOt)allo Stato e le restituisce con gli interessi!!! L'attuale sistema tributario legalizza l'illegalità!!!