venerdì 25 gennaio 2008

L'ennesima caduta

All’indomani dell’ennesima caduta di governo, l’Italia si guarda allo specchio: cosa vede?

La caduta di questo governo me la sono immaginata un po’ come quegli scherzi che si facevano i bambini tanto tempo fa, quando si ancorava un filo di bava a due paletti nascosti e si aspettava che il malcapitato cadesse: così è stato.

L’Italia che si guarda allo specchio vede tanta insoddisfazione, se per gli americani la recessione e le rinunce sono una novità, per l’italiano medio sono fedeli compagne.

Oggi l'Italia che si mette a confronto, vede che nessuna coalizione politica ha fatto il bene del paese, tanto più che nel resto dell'Europa rimaniamo il fanalino di coda in molti settori, rifiuti in testa.

Siamo l’Italia dei giovani con un lavoro “flessibile” (leggi: precario), che non riescono a comprarsi una casa con i propri guadagni e che rinunciano ad avere figli.

Siamo l’Italia dei quindicenni che sono rimasti alle teorie di Tolomeo per quanto riguarda l’astronomia, ma che sanno a memoria la cronologia delle ultime console sfornate da qualche multinazionale negli ultimi vent’anni.

Siamo l’Italia che ha messo in fuga i propri "cervelli" e che si sta facendo surclassare, come il resto del mondo, dalla calzante rinascita dell’Asia che temono pure gli americani.

Siamo l’Italia dei giovani che non avranno le pensioni, ma che in compenso è governata da nonno Romano o nonno Silvio.

Siamo l’Italia stufa di una casta di privilegiati che, come nell’ancien régime rappresenta, lo 0.01% della popolazione: i politici.

2 commenti:

Look Closer ha detto...

Ciò che comincia a mancare agli italiani è la speranza di un possibile cambiamento... Ogni volta ci si scaglia con il premier di turno e poi comunque, dopo vaghe promesse tutto torna come prima... Hai ragione, sembrano proprio bambini (cattivi) che si fanno scherzi, solo che a cadere in fondo non sono loro... siamo noi...

socrate ha detto...

Giustissimo. Questa caduta di governo è molto grave per il nostro Paese che in questo momento avrebbe bisogno di riforme. L'Unione Europea ne sta aspettando diverse dall'Italia, fra le quali la legge di regolamentazione del sistema televisivo, che privilegia in modo ingiustificato due poli (Rai e Mediaset), chiudendo il mercato all'entrata di nuovi operatori. Se le riforme non verranno attuate l'Ue infliggerà all'Italia pesanti sanzioni, e già ne stiamo pagando tutt'ora diverse. Le tasse stanno aumentando anche per questi motivi, solo che non ce lo dicono. Di Ue i telegiornali non parlano praticamente mai. Siamo messi male e il futuro non promette niente di buono. O meglio, il futuro dobbiamo capire che siamo noi. Noi giovani siamo il futuro del nostro Paese. Quindi se vogliamo che sia migliore dobbiamo schierarci in prima linea, "scendere in campo" come diceva qualcuno, per cambiare la situazione e costruire il nostro domani. Non deve essere Grillo a "scendere in campo", che cosa c'entra lui. E' un comico e per giunta anche piuttosto in là con gli anni. La gioventù, noi, dobbiamo recuperare la speranza, perché abbiamo una vita davanti, e dobbiamo fare sì che questa vita non sia incerta, nella precarietà, ma migliore. Il futuro è aperto e dipende da noi, diceva un filosofo che ho citato in questo blog. Dipende da quello che faremo e da quello che non faremo. Non è facile perché stiamo perdendo la speranza nella possibilità di un cambiamento. E questo è sintomatico. Un giovane senza speranza. Un anziano può perdere la speranza ma un giovane deve essere ottimista, deve farsi delle "illusioni" su un futuro migliore. Anche perché "finché c'è vita c'è speranza" dice il proverbio. Quindi se smettiamo di sperare vuol dire che ci siamo arresi, e che non c'è più neanche vita.